PRIMA CLASSIFICATA | | Questa mia vita Per ombre luci abissi ho attraversato questa mia vita di sussurri e gridi, ombra io stesso, e luce, e vento in fuga per rovi, ortiche, sangue di papaveri, lasciando impronte di dolore e gioia, sentendo a pelle il nascere dei giorni, vivendo di pensieri in un impasto di cellule, tremando quando un fiore mi ha accarezzato l’anima. Ho viaggiato dentro un fuoco di sogni i cosmi e i cieli, oltre i confini della notte ho visto spalancarsi universi incandescenti e respirato brezze di galassie ancora ignote. Eppure mi è mistero questo cuore che pulsa e mai riposa e il sangue che mi batte nelle vene e il pianto che mi brucia. Andrò avanti come una barca spinta tra due rive estreme, dentro un mare che separa il grido della nascita e il morire. E mi farò silenzio in quel silenzio che tutto avvolge e illumina, e che spinge lune di vento a approdi d’infinito. Giovanni Caso - Siano (Salerno) (Dalla raccolta “Per assonanze e dissonanze”) | 
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| | Con endecasillabi armoniosi, ricchi di emozionanti suggestioni espressive e di immagini ben costruite che vengono partorite dal lirico connubio tra la mente e l’anima, il poeta apre una finestra sugli ampi orizzonti di una parabola esistenziale totale, attraverso quel “mare che separa il grido della nascita e il morire”. Così, facendoci gustare “fuochi di sogni e brezze di ignote galassie” nello sgomento permanente del mistero, ci regala un’opera di alto livello e nello stesso tempo il soffio di versi che ci fanno assaporare tutto il caldo respiro della vita. [Franco Bruno Vitolo] | SECONDA CLASSIFICATA | | Separazione Ho venduto, madre la tua casa so quanto l’amavi e mi morde l’atto sacrilego della sua mutilazione, a testa bassa trascorro pomeriggi tra le stanze deserte, troppo grandi, troppo fredde, scenari di quarant’anni di tua vita, dove si consumavano con antica precisione i riti affollati del Natale. Mi aggiro piano tra segmenti di vita da conservare, da regalare forse da gettare, il pianoforte è chiuso, chiusi i libri, pensieri ciechi fra le copertine. Apro gli spessi armadi, dove mi nascondevo fra fruscii di sete e rosse vestaglie di festa, trattenendo il respiro, scivolavo nell’oscuro silenzio , tu, madre,stavi al gioco, e fingendo, mi cercavi accorata. Ondeggia un abito, le tinte accese d’agosti lontani, quando a sciogliere il caldo afoso ci pensava il mare, sdraiata con te sulla spiaggia umida con quelle pietre lente levigate dal salso che guardavano calme come certe Madonne dei Portici e nei tuoi occhi indovinano ori e favole d’ambra Pensavo alla mia vita come un cerchio già chiuso, tu ed io ai tuoi piedi e all’improvviso la voce ti manca, mi dici di essere stanca e adagio si rientrava con l’ampia borsa pesante di conchiglie, di attese, di stupori senza fiato. Sulla finestra i piccioni hanno smesso di tubare, sullo sfondo l’abside di San Saverio veglia impotente sui vicoli dell’Albergheria, la luce fredda del tempo ha ossidato i miei sogni, mi restano poche cose piccoli cocci da raccattare prima di chiudere la porta. Teresa Riccobono - Palermo | | | | | | | 
| La poesia, che ha per tèma la vendita della casa materna , con il conseguente rimorso e l’affiorare ininterrotto dei ricordi, s’incentra tutta sul contrasto tra un presente fasciato di solitudine, di stanze “troppo grandi,/troppo fredde”; e un passato ,” dove si consumavano/con antica precisione/ i riti affollati del Natale” , tra gli interni, dove ” il pianoforte è chiuso, chiusi i libri “ (ma basta socchiudere spessi armadi, perché tornino a rivivere i giochi infantili vigilati dall’ amore materno); e gli esterni, caratterizzati dalle tinte accese di agosti lontani e dal mare, in grado sì di sciogliere il caldo africano, ma anche di fungere da sfondo alle prime avvisaglie o ai presentimenti di una salute declinante. L’utilizzo di un medesimo tempo verbale nella parte incipitaria e finale fa della lirica una ring komposition, chiudendola in una perfetta struttura circolare. [Fabio Dainotti] | TERZA CLASSIFICATA ex-aequo | Occhiali L’uomo che ti guardava fissamente, con insistenza dal suo balconcino un mattino morì: non lo trovasti al tuo deluso appuntamento con un ulteriore finto matinè. Fingeva di guardare i suoi gerani mentre guardava te. Ma tu esistevi soltanto nella vostra fantasia: un’altra donna, un’altra figurina, senza occhiali sarebbero sembrate la stessa cosa per le immaginarie sue possibili fragili attenzioni. L’uomo che tu sognavi una mattina senza preavviso ha preso una sua nuova dimensione: ha inforcato gli occhialetti e con un gesto dignitoso è andato dietro la scena. Fra le verità di un mondo senza nuvole ed occhiali. E da quel giorno guardi con un vago sgomento il posto vuoto fra i gerani e pensi a te: la vista ti si abbassa, gli occhiali li abbandoni per pigrizia fra le carte in soggiorno. Piano piano una sfocata verità si accende nella bambagia della tua miopia : l’uomo che ti guardava, o tu credevi, accucciato nel folto dei gerani, ti fa un cenno ammiccante e ti sorride. Tu non sai se sorridergli a tua volta o piangere sommessa. Sotto voce. Paolo Sangiovanni - Roma (Dalla raccolta “Penelope”) | Stabat Mater ad Aisha, 13 anni, lapidata a Chisimaio - Somalia - il 27 ottobre 2008
Ragazza mia, che più non hai memoria del fiume attraversato a piedi nudi, chiare le pietre amiche e levigate a carezzare il passo tuo gentile, in volo dolce verso Chisimaio. Così io ti ricordo (o almeno credo), tese le braccia a bilanciare il guado, gazzella ignara al sogno tuo leggero. Così ragazza mia io ti ricordo, così salivi al giorno, e non sapevi il Golgota, né il fuoco alle stazioni: dèmoni neri, angeli del Male, violarono il tuo fiore ancora acerbo; poi fecero del giunco tuo sottile croce di te confitta sulla terra. Ora che il tempo, tutto, è consumato, di te ci resta questo tuo sorriso fiorito sulle labbra un po’ arrossate, più grandi (e appena più perduti) gli occhi. Di te ci resta questo tuo silenzio, lama di fuoco a mutilare i sogni. Stringe adagio il tuo capo, perse le mani dolenti, tua madre, lieve sfiorando i capelli tuoi crespi, dolcemente raccolti sulla nuca con fermagli di porpora e carminio. Umberto Vicaretti - Luco dei Marsi (L’Aquila) | In versi sapientemente costruiti, intessuti efficacemente di rime interne, assonanze, metafore, anafore e metonimie concettuali, si dipana un gioco impalpabile di concreta solitudine, sospesa, nello scorrere del tempo, tra sogni, fantasticherie e illuse delusioni, appena trasfigurate dal simbolico e intimo incombere di “occhiali esistenziali” e ben rappresentate nello sfociare in sommessi sorrisi di pianto. Intimi, solitari, “sottovoce”. E per questo ancora più coinvolgenti. [Franco Bruno Vitolo] | Nel ritmo cadenzato dei versi il racconto di un fatto di cronaca, terribile e orrendo, diventa paradigma universale della violenza e del male, purtroppo ancora e sempre presenti nella natura umana. L’uso sagace delle metafore e la scelta attenta del lessico rivelano l’indubbio talento poetico dell’autore di questo canto doloroso e sconvolgente. [Maria Olmina D’Arienzo] | PREMIATI CON TARGA Mina Antonelli, Giuseppe Bagno, Paolo Borsoni, Lorenzo Cerciello, Rosanna Di Iorio, Colomba Di Pasquale, Franco Fiorini , Emilia Fragomeni, Armando Giorgi, Niccolò Andrea Lisetti, Domenico Luiso, Lucia Mangili, Roberta Mazza, Roberto Mestrone, Enea Roversi, Rodolfo Vettorello. |
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| | | PREMIATI CON MEDAGLIA Simona Acanfora, Anna Addis, Gerardo Alliata, Angela Aprile, Vincenza Armino, Eziana Babbore, Elisa Bassi, Luca Benetti, Mirtide Bonfanti, Fabiano Braccini, Anna Maria Cardillo, Pina Michela Caria, Ida Cecchi, Stefano Cervini, Gabriella Cinti, Elena Cipriani Mazzantini, Rita Coppola Alfano, Italo Corti, Antonio Damiano, Ubaldo De Robertis, Maria Pia Dell'Omo, Lucia Di Monaco, Rodolfo Di Rosa, Umberto Druschovic, Monica Fiorentino, Ivano Giacomelli, Paolo Giardi, Umberto Grieco, Mariella Lamonica, Silvia Anna Lantero, Andrea Lazzara, Carmine Maggio, Jessica Malfatto, Laura Maneschi Arnaldi, Fulvia Marconi, Senzio Mazza, Emma Mazzuca, Salvatore Monaco, Gerardo Moscariello, Valeria Nastri, Carmela Orefice, Maria Piera Pacione, Pasqualina Liliana Peduto, Bernardino Perrone, Renzo Piccoli, Maria Gabriella Pirrello, Pinella Pistis, Fedel Franco Quasimodo, Patrizia Ragone, Angelo Ricca, Marco Righetti, Giuseppe Romano, Gennaro Sica, Daniela Solarino, Alvaro Staffa, Antonietta Tafuri, Laura Tonelli, Davide Vaccino, Marco Vinci, Pasquale Vinciguerra. | 
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